Di cosa parla il libro “Il faro di Mussolini”?

Il faro di mussolini_nuova-edizione_2017Il libro “Il faro di Mussolini – Il colonialismo italiano in Somalia oltre il sogno imperiale” di Alberto Alpozzi narra la storia dell’edificazione del primo faro di Guardafui, sulla punta estrema del Corno d’Africa intitolato, nel 1924, allo statista Francesco Crispi. Un libro storico i cui contenuti iniziano dal 1869, anno dell’apertura del Canale di Suez, per giungere fino ai giorni nostri con la guerra civile in Somalia. Analizza più di 150 anni di storia europea, coloniale e mondiale attraverso eventi e personaggi che ruotarono attorno al Corno d’Africa: avventurieri, trafficanti d’armi, esploratori. Vengono citati un centinaio di personaggi storici noti e meno noti le cui vite si sono intrecciate con il faro Crispi: “dove la regina Hatshepsut inviava le sue navi per procurarsi le spezie e il poeta Arthur Rimbaud trafficava in armi, si ergeva il promontorio di Capo Guardafui, covo di pirati e teatro di naufragi e leggende, conosciuto già dagli antichi Romani e crocevia delle grandi esplorazioni dell’Africa Orientale. Un’appassionata e meticolosa indagine che esplora i luoghi dove le vite di enigmatici Sultani si sono intrecciate con corrotti avventurieri, entra nei palazzi dove furono stretti accordi segreti e si consumarono inganni che hanno segnato gli avvenimenti cruciali della storia coloniale italiana.” (Ascolta QUI il primo capitolo letto da Viviana Dragani)

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faro crispi-1930_il-faro-di-mussolini_alpozziDall’articolo “Il faro di Mussolini” brilla ancora di Fausto Biloslavo su Il Giornale: “Nel luglio del 2013 inizia la storia del libro Il faro di Mussolini, che ha scatenato le ire della solita sinistra resistenziale pronta a soffermarsi sul titolo senza leggere i contenuti. Le pagine dedicate, all’«opera coloniale più controversa e il sogno dell’Impero nella Somalia Italiana. 1889 – 1941», non è un libello nostalgico, ma un documentato e inedito lavoro di ricerca storica scritto come se fosse un romanzo. Una «storia avventurosa, tormentata, sanguinosa e romantica (che) meritava di essere portata fuori dagli archivi polverosi e proposta al pubblico» scrive Giorgio Ballario nella prefazione. […] La storia del faro iniziò prima della nascita di Mussolini e proseguì ben dopo la fine della seconda guerra mondiale. I primi a volerlo sul punto del continente africano che divide il Mar Rosso dall’Oceano Indiano, furono gli inglesi. Nel 1889 la Migiurtina, la regione più a nord della Somalia, divenne protettorato del Regno d’Italia. Mancanza di fondi, scandali, timori di Londra ritardarono la costruzione del faro fino a dopo la prima guerra mondiale. Il 5 aprile del ’24 il faro cominciò finalmente a illuminare la cruciale rotta sul Corno d’Africa. Il governatore italiano della Migiurtina era Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon. Giorgio, il pronipote, rintracciato dall’autore scrive nell’introduzione che «il libro non tratta solo del faro, c’è infatti (…) la storia dell’amministrazione fiduciaria italiana, accenni a personaggi celebri come Amedeo Guillet (…) e vi si leggono gli echi delle sfortunate missioni che l’ONU condusse fra il ’92 e il ’95, ma ci sono anche le radici dell’attuale pirateria nel Corno d’Africa». Attorno al faro scoppiarono diverse battaglie.”

LEGGI IL PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO

Il faro di mussolini_cover (GRAPHOT).inddProsegue l’articolo di Biloslavo su Il Giornale: «Piccole e grandi storie – scrive l’autore – poi dimenticate da una nazione che troppo spesso tende ad archiviare e a voler rimuovere l’ingegno, l’intraprendenza e la buona fede dei suoi cittadini». Chi se ne ricorda è il governatore somalo di questa fetta di Somalia, oggi regione autonoma del Puntland. Abdulkadir Mohamed è venuto a Torino per avanzare una proposta senza precedenti: «Potrebbe diventare un luogo turistico da far visitare agli italiani con un piccolo villaggio in architettura tipica migiurtina all’esterno e gli interni dotati di tutti i comfort moderni». A casa nostra la storia del faro è stata volutamente rimossa e non mancano i «resistenti» a oltranza, come il sindaco Pd di Ciriè, in provincia di Torino, il quale voleva sospendere la presentazione del libro «per motivi di ordine pubblico». Minacce e accuse infondate di nostalgie fasciste abbondano sui social, ma il 17 ottobre scorso l’autore ha presentato Il faro di Mussolini a Predappio, dove riposano le spoglie mortali del Duce, introdotto da Giorgio Frassinetti, sindaco Pd». A Predappio il libro è stato insignito del Premio HOMBRES 2015 con la seguente motivazione: “riscopre un capitolo trascurato della storia italiana in un inedito racconto attraverso documenti che escono per la prima volta dagli archivi e le parole di uomini, le cui imprese silenziose e spesso esemplari, si sono intrecciate con la Storia. Narra i luoghi e le opere di un tempo perduto che hanno caratterizzato un’Italia dimenticata“.

ASCOLTA QUI IL LIBRO LETTO DA VIVIANA DRAGANI SU RADIO ENERGY