1928 – Il Principe Umberto di Savoia visita la Somalia ma la “storia” se n’è dimenticata

Partito da Massaua la notte del 22 febbraio, il Principe Ereditario è giunto a Mogadiscio accompagnato dal suo seguito e dal sottosegretario Bolzon, la mattina del 28, dove lo attendevano accoglienze entusiastiche. Erano a riceverlo allo sbarco, il Duca degli Abruzzi, il governatore De Vecchi, le autorità civili, militari, politiche e religiose, e una immensa folla indigena che aveva invaso ogni spazio disponibile, fin sui terrazzi delle case”.*

Tutto il viaggio del Principe è raccontato nel libro “VIAGGIO NELLA SOMALIA ITALIANA – La visita del Principe Umberto di Savoia nelle fotografie ritrovate di Carlo Pedrini” ACQUISTALO ORA scrivendo una mail a info@ecletticaedizioni.com oppure clicca QUI.

mogadiscio-1928-SAR-passa in rivista i capi e notabili somaliIl 28 febbraio 1928 Umberto di Savoia sbarcava a Mogadiscio, nell’allora Somalia Italiana, in visita ufficiale (foto qui a sinistra), ma per la “storia” questo non accadde mai, ma ora è tutto raccontato nel nuovo libro “Viaggio nella Somalia italiana” di Alberto Alpozzi. Dalla storiografia nostrana a mala pena ci è dato sapere che l’Italia ebbe delle colonie e che la “storia” ufficiale vorrebbe ascrivere al solo ventennio fascista, dimenticando di raccontare che l’avventura coloniale italiana in Africa Orientale iniziò nel 1869, con l’apertura del canale di Suez. Per inciso è doveroso ricordare che Benito Mussolini nacque nel 1883 e a voler essere precisi le prime trattative con capi etiopi vennero intraprese dal Conte di Cavour già nel gennaio 1857.

Eppure fu una delle visite più importanti mai fatte da un monarca in terra d’Africa durante la quale vennero inaugurate grandi opere che segnarono il futuro della capitale della Somalia e che diedero modo all’inglese Evelyn Waugh di dire di noi italiani: “L’idea di conquistare un Paese per andarci a lavorare, di trattare un impero come un luogo dove bisognava portare delle cose, un luogo che doveva essere fertilizzato, coltivato e reso più bello”. (tratto da In Abissinia)

mogadiscio1928-arco di triofo a Umberto IILa storia nostrana quindi non ricorda che il 1° marzo 1928 venne inaugurata la cattedrale di Mogadiscio (oggi distrutta dalla guerra civile), opera dell’ing. Vandone, che venne inaugurato il Monumento ai Caduti, opera dello scultore Biscarra, che presso l’azienda agricola del Villaggio Duca degli Abruzzi venne inaugurato lo zuccherificio della Società Saccarifera Somala e che venne inaugurato l’arco di Trionfo di Mogadiscio dedicato proprio al Principe Umberto (foto qui a sinistra).

Clicca MI PIACE nella pagina Facebook dedicata al Faro Crispi a Capo Guardafui

Umberto visitò poi presso la Società Agricola italo-somalo le officine meccaniche, lo stabilimento per la sgranatura del cotone, l’oleificio e lo zuccherificio (foto sotto a sinistra), l’ospedale governativo, l’ambulatorio e la chiesetta delle Regie scuole, ma queste sono tutte opere ed imprese che sono state rimosse dalla memoria collettiva, così come la visita all’Azienda Governativa di Genale, alla Saline di Hafun (guarda video qui) e l’inaugurazione del nuovo centro agricolo Vittorio d’Africa, nuova città italiana da cui partiva una fitta rete stradale che la metteva in collegamento con tutto il Benadir, correndo parallelamente al fiume Uebi Scebeli fino all’Oceano Indiano e a sua volta unita a Merca da una ferrovia decauville ed infine “colla San Giorgio, costeggiando il Guardafui e il Faro Crispi sostava qualche ora ad Alula, indi faceva rotta per Bender Cassim […] inaugurando la nuova strada di confine e percorrendola fino alla valle del Darror,e per Carim tornava a Bender Cassim imbarcandosi di nuovo per lasciare la Somalia” (da Somalia italiana – I commentari dell’Impero del Gen. Ambrogio Bollati, 1937)

Per la “storia” sempre il Principe non pose la prima pietra per la fondazione della nuova città e non visitò nemmeno le 87 concessioni agricole e vide con i suoi occhi la grande diga sull’Uebi Scebeli con le decine di chilometri di canali irrigui.

mogadiscio1928-principe-umberto visita oleificioLa “non visita” in Somalia si concluse poi il 24 marzo dopo aver visitato, sempre accompagnato dal Governatore de Vecchi di Val Cismon, la Somalia Settentrionale, quando il Principe si imbarcò verso Massaua per far rientro a Roma. Fortuna che i “gendarmi della storia” nella loro opera di censura sullo stile dei pompieri di Fahrenheit 451 non sanno che l’intera visita in Somalia, dal 28 febbraio al 24 marzo 1928, venne documentata da 192 fotografie realizzate da Carlo Pedrini, direttore del Regio Gabinetto Cinefotografico di S.E. il Governatore, alcune delle quali, per l’Istituto Luce, sono visibili online sul sito del Senato alla voce “Viaggio di S.A.R. il Principe di Piemonte in Somalia”.

*L’articolo dal quale sono state attinte queste informazioni Storiche dimenticate proviene da L’Italia Coloniale il Supplemento Mensile alla Illustrazione Italiana – Organo delle Nostre Colonie di diretto dominio e della Gente Italiana negli altri Paesi, unica attuale fonte che ci ha tramandato quello che (non) venne realizzato in Somalia e il viaggio che (non) fece Umberto II, con un lungo resoconto giorno per giorno e decine di fotografie del Pedrini. Come si dice? Se non lo racconti non è accaduto. Eh già…

© 2014 Alberto Alpozzi freelance photojournalist All Rights Reserved – Torino, Italy

ARTICOLI CORRELATI

Viaggio nella Somalia italiana, un libro sulla storia coloniale dai contenuti inediti

Umberto di Savoia e il colonialismo italiano mai raccontato

L’inaugurazione della Cattedrale ai Mogadiscio, evento politico e religioso

Viaggio nella Somalia italiana, un libro sulla storia coloniale dai contenuti inediti