LA STAMPA “Il fotografo che portò l’Africa agli italiani – Carlo Pedrini, nel 1926 primo “inviato” nella colonia di Somalia” – Nin talyaani ah iyo kaameradiisa
“Eccellenza, sono sfinita di sofferenza, ma voglio scrivere tutto il mio grazie profondo all”E.V. per il gentile telegramma. So che l’E.V. stimava il mio povero Carlo, ed era il Suo più grande orgoglio, ciò mi ha dato il coraggio di rivolgermi all’E.V. Erano 27 mesi che non vedevo il mio povero marito. Nel mese di agosto doveva venire in licenza! Eccellenza, sono disperata, e l’unico sollievo è di sperare di avere vicino la salma del povero scomparso. Non mi dimenticherò mai il grande interessamento dell’E.V. e coi rinnovati ringraziamenti, porgo devoti ossequi. Lina Pedrini Rosso. Corso Altacamoba 79”.
(per gentile concessione dell’archivio C.M. De Vecchi di Val Cismon, Torino)
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Questa la lettera del 28 giugno 1932 inviata a Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, ex Governatore dell’allora Somalia italiana, dalla signora Carolina Rosso, vedova del fotografo torinese Carlo Pedrini morto in Somalia in un incidente aereo nell’alta Migiurtinia durante lo svolgimento del suo lavoro. Era il 16 giugno 1932 quando a Gardò il suo l’aereo prese fuoco…
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“Carlo Pedrini, d’anni 38, deceduto in Somalia, la moglie pose”. Così recita una lapide con impolverati fiori di plastica al cimitero monumentale di Torino. dall’articolo “Il fotografo che portò l’Africa agli italiani ” de LA STAMPA 2 luglio 2014, pag. 53 di Alberto Alpozzi.
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La salma, giunse poi il 20 ottobre a Torino e riposa oggi in un loculo del cimitero torinese accanto alla moglie, deceduta nel 1986, dopo aver vissuto a Roma occupandosi della distribuzione internazionale di periodici italiani, lasciando la possibile eredità del marito Carlo al fratello, anch’esso deceduto, marito di un’anziana e cordiale signora piemontese, la Signora Delfina T., che vive a Rivoli, unico contatto vivente che può farci ancora respirare un afflato di un Italia che fu.
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Pedrini era a capo del Regio Laboratorio Foto Cinematografico di Mogadiscio e realizzò diverse migliaia di immagini della Somalia Italiana dal 1926 al 1932 ed in particolare in questa sede lo ricordiamo per le sue fotografie del faro Francesco Crispi realizzato nel 1924 e rifatto nel 1930 ancora oggi presente sulla punta del Corno d’Africa, a capo Guardafui.
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© 2014 Alberto Alpozzi freelance photojournalist All Rights Reserved – Torino, Italy
Per approfondire clicca qui per leggere un articolo sulla storia della costruzione del faro Crispi.
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